Saturday, May 30, 2015

Grecia condannata, verso il crac a luglio. L’Fmi si chiama fuori. I continui annunci degli uomini di Tsipras di un accordo ad horas «servono solo per evitare una corsa agli sportelli»

[Per salvare Atene serve passo indietro di Tsipras]
A fine giugno, «se non succede nulla, il programma scade». Wolfgang Schäuble non ha avuto molto da aggiungere. Nella conferenza stampa conclusiva del G7 finanziario, il ministro delle Finanze tedesco ha ribadito che le notizie da Atene su un presunto negoziato in dirittura di arrivo, e quelle fornite dai negoziatori di Ue, Fmi e Bce «non coincidono».
Una dichiarazione che conferma le parole di Christine Lagarde, che da Dresda ha mandato anche un messaggio allarmante: il Fmi non accetterà intese pasticciate. Se Ue e Bce vorranno salvare Atene dal default nelle prossime settimane, dovranno farlo coi loro soldi.

In realtà, per chi sta conducendo le trattative col governo di Alexis Tsipras, la realtà è già tragica. I colloqui sussurrati a margine del G7 rivelano che la Grecia è già data per persa. Sintetizza un’autorevole fonte bancaria: «Il Fmi si è, di fatto, sfilato. La trattativa è in alto mare. E Tsipras ha perso la maggioranza in Parlamento per fare passare un’intesa. Le prossime settimane serviranno a poco: a meno che il premier non faccia un’inversione a U e abbandoni la minoranza del suo partito e si garantisca l’appoggio di una fetta dell’opposizione, serviranno solo a rimandare lo scenario peggiore. A fine giugno, quando scade il programma, sarà il caos, il default inevitabile». 

  • I continui annunci degli uomini di Tsipras di un accordo ad horas, aggiunge, «servono solo per evitare una corsa agli sportelli»: se saltano anche le banche, la Bce dovrà chiudere all’istante l’ultimo rubinetto aperto, i fondi emergenziali Ela. A quel punto, il collasso sarebbe immediato.

 Il fatto che il Fmi abbia segnalato la volontà di sfilarsi, è già un problema politico non indifferente, ammette anche un fonte governativa tedesca: «Senza Fmi, non si può andare avanti». Ma è il programma Ela, rinnovato ogni 15 giorni da Francoforte, la chiave per capire cosa succederà a fine giugno. Il problema è che la Grecia deve rimborsare 1,6 miliardi in quattro rate al Fmi. Tuttavia, la mancata restituzione di quei soldi non è il problema principale. Le rate potrebbero essere concentrate e pagate tutte a fine mese. Inoltre, se anche dovessero saltare quei rimborsi, i greci non fallirebbero automaticamente. Osserva la fonte bancaria che «il consiglio del Fmi si riunirebbe per decidere il da farsi, passerebbe del tempo. E neanche la Ue farebbe nulla. Né i mercati potrebbero accanirsi contro un Paese che ne è fuori da ormai cinque anni. Invece, siccome a fine giugno scade l’accordo con la Grecia, il cerino rischia di rimanere in mano a un uomo solo: Mario Draghi». Inevitabile a fronte di un collasso delle trattative oltre la scadenza ufficiale di fine giugno, che la Bce chiuda i rubinetti dell’Ela. Per la Grecia, sarebbe quella la condanna: il collasso del sistema bancario. E qui, anche le fonti più informate, ammettono che il proseguo sarebbe un salto nel buio. 

Certo, anche oltre la scadenza di fine giugno, ci sarebbe la possibilità di salvare la Grecia. Nel “piano B” il fondo salva-Stati Esm si incaricherebbe di rimborsare i prestiti dovuti a Bce e Fmi. Nell’immediato i 7 miliardi che la Grecia deve alla Bce tra luglio e agosto e i 1,6 miliardi che deve al Fmi. La Bce riprenderebbe a fare da scudo alle banche: non solo riavviando l’Ela, ma alzando il tetto per i T-bill, per consentire alle banche di comprare titoli di Stato greci a breve. Quanto a stipendi e pensioni, Atene potrebbe essere in grado, se la si sollevasse dalle scadenze, di farvi fronte da sola. Il problema di questo “piano B” è uno solo, ma grande come una casa. Presupporrebbe un passo indietro di Tsipras, che dovrebbe accettare elezioni anticipate o un governo tecnocratico. In un Paese uscito solo 40 anni fa dalla dittatura dei colonnelli. Varie fonti evocano un precedente: il passaggio tra Berlusconi e Monti, quando anche l’Italia fu lambita dallo spettro di un default. Ma allo scenario manca un dettaglio non irrilevante, per mandare in porto l’operazione. Un mediatore fuoriclasse come Giorgio Napolitano.  

inviata a dresda)
  lastampa.it
30/5/15
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1 comment :

  1. Greece may be open to compromise with its anti-austerity policy...

    Greece's government is confident of reaching a deal with its creditors this week and is open to pushing back parts of its anti-austerity programme to make that happen.

    Greece and its EU/IMF creditors have been locked in talks for months on a cash-for-reforms deal.

    Pressure is growing for a deal, since Athens risks default without aid from a bailout programme that expires on 30 June.

    Interior Minister Nikos Voutsis said "We believe that we can and we must have a solution and a deal within the week,"

    He did not elaborate on what parts of the ruling Syriza party's anti-austerity programme could be pushed back, but the comments suggested a greater willingness to compromise on pre-election pledges.

    Prime Minister Alexis Tsipras stormed to power in January on promises to cancel austerity, including restoring the minimum wage level and collective bargaining rights.

    The government earlier this week said it hoped for a deal by tomorrow, though international lenders have been less optimistic,citing Greece's resistance to labour and pension reforms that are conditions for more aid.

    Mr Voutsis said Athens and its partners agreed on some issues,such as achieving low primary budget surpluses in the first two years.

    But they still disagreed on a sales tax, with Greece pushing so any VAT hikes will not burden lower incomes...............http://www.rte.ie/news/2015/0530/704873-greece-deal/
    30/5/15

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